Gli ospiti
Ma al Ritorno dal Bosco lo avremo non in versione alpinistica, ma come scrittore e profondo studioso, "di Francesco Caldogno".
Tarcisio parlerà di percorsi millenari, in cui passarono pellegrini, eserciti , mercanti, e per una volta la storia diventerà primaria rispetto a natura e paesaggio, questo ci permetterà di capire meglio le nostre radici.
Il tempo sceglie un uomo semplice, Ferminio Brazzale, affinché, leggendo i suoi racconti rievocativi di un primo novecento lontano, noi tutti possiamo dire: io c'ero. Potere della scrittura, potere dell'immaginazione che ci conducono in un'epoca in cui ancora, di fatto, non eravamo.
Ma il tempo scorre anche fra le pagine della memoria, è ansioso di dire, vuole mostrarsi nel suo incedere inarrestabile, ha bisogno di un altro uomo: Maurizio Boschiero. Si appropria delle sue emozioni più intime legate alla gioventù per ricordarci com'eravamo e, magari, tentare di spiegare perché eravamo in quel modo, negli anni '60 e '70 del secolo scorso.
Non basta. Il tempo si fa presente attraverso un terzo uomo, Gino Sartori, con cui osa fiducioso colorare di speranza il futuro della valle che lo ha visto nascere e crescere. Questa si tinge di aneddoti in stile "filò del nuovo millennio", ma porta con sé il passato, senza il quale nessun futuro può aver luogo.
Al Ritorno dal Bosco, una vecchia contrada di paese, " Checa", diventa terra d'incontro dei tre uomini custodi del tempo, e il vòlto di una casa antica è cornice di amicizia fra parole scritte.
Paola Toldo
un antiquario curioso, alla continua ricerca delle cose antiche, ma anche affascinato da quelle vecchie, quelle che non si usano più, spesso dimenticate o accantonate in soffitta o nella cantina.
Nasce così la mostra sulla storia delle elementari italiane dall'Unità ai primi anni del secondo dopoguerra, grazie alla bellissima collezione privata accumulata in trent’anni dall’antiquario bassanese Egidio Guidolin.
Un secolo della nostra vita sui banchi ricostruito attraverso materiali didattici rari o addirittura unici e ormai introvabili. Una esposizione che offre uno straordinario e variopinto mondo fatto di abecedari, cannucce, pennini, sussidiari, banchi, lavagne, calamai, inchiostri e molto altro ancora che rappresentano una eccezionale e rara esperienza visiva ed emozionale per il pubblico di ogni età. Ogni singolo oggetto esposto infatti si trasforma in una speciale occasione.
Gli adulti possono tornare con la memoria a uno spensierato e gioioso vissuto, magari lontano ma sempre nel cuore. I più piccini possono scoprire un mondo sconosciuto e affascinante, di cui magari hanno solo sentito i racconti dei nonni.
«Abitavo in una borgata di campagna, distante dal centro del paese e dalla scuola elementare un paio di chilometri. Quando si partiva al mattino, a piedi naturalmente, sia con il bello sia con il brutto tempo, eravamo una bella squadretta e mano a mano che ci si avvicinava alla scuola il gruppo s’ingrossava con l’arrivo dei bambini delle altre borgate.
All’andata non ci si distraeva molto perchè bisognava arrivare puntuali al suono della campanella. La scuola era un edificio degli anni ’30. L’ora della ricreazione era la più attesa, la merenda povera, ma era più importante fare capannello e confrontarsi con le figurine per gli scambi.
Al termine delle lezioni, appena poco dopo il cancello, sul marciapiede sterrato c’era il cerchio disegnato per terra, dove si giocavano delle partite a biglie di vetro colorate, uno dei miei giochi preferiti.
Il ritorno a casa serbava sempre novità e sorprese, e una delle cose che amavamo di più erano le “battaglie” a sassi tra contrade diverse, con le cartelle usate come scudi. Si davano e si prendevano, ma mai nessuno si lamentava, anzi.
La strada che si percorreva era costeggiata da due belle siepi che nascondevano molti nidi d’uccelli, che noi non mancavamo di cercare… Eravamo davvero felici. Forse è per recuperare quei giorni che da tanto tempo raccolgo questi oggetti, questi ricordi, questi pezzetti di felicità».
Egidio Guidolin
Ballare e imparare nuove danze ci fa sentire più leggeri dopo una giornata di lavoro, ci libera la mente da tutte le tensioni accumulate e anche la stanchezza fisica si scioglie in una stretta di mano.
Ma non ci limitiamo solo a ballare, no!
Il nostro è anche un gruppo enogastronomico e, come dice il Capo, soprattutto anarchico! Istintivo, diciamo noi, un gruppo che sa far stare bene anche chi viene a trovarci per una volta … e i più rimangono!
Dal gennaio del 2002 il gruppo è diventato l’ associazione “IL DILETTO DELLA DANZA”, che comprende IL TIRINBALLO (danze etniche) e LA VOLTATONDA (danza antica).
E' nata così nel 1996 l'Associazione "Insieme per Sarajevo" col duplice scopo di fornire un aiuto concreto e duraturo ai bambini ed alle famiglie toccate direttamente dalla guerra e altresì di promuovere una sempre più necessaria cultura di pace e di rispetto delle minoranze e del diverso nella comunità vicentina.
Nata dall'impegno di poche persone, oggi l'associazione si estende in diversi comuni della provincia di Vicenza ed ha numerosi rapporti sia con le istituzioni locali che con quelle Bosniache.
La solidarietà ed il forte rapporto di amicizia che si è sviluppato tra le famiglie di Vicenza e di Sarajevo è il risultato più tangibile del nostro impegno.
ROBERTA BIAGIARELLI
Attrice, autrice, progettista teatrale, ROBERTA BIAGIARELLI da anni approfondisce la tecnica del racconto legato a vicende sociali ed umane del nostro tempo. Da questa tensione ed impegno, nascono spettacoli dedicati a grandi tragedie contemporanee come REPORTAGE CHERNOBYL, o A come SEBRENICA, ma anche spettacoli più lievi come INCANTADORA o il POEMA DEI MONTI NAVIGANTI, tratto dai racconti di PAOLO RUMIZ.
Attualmente Roberta è impegnata in teatro con Sandro Fabiani con uno spettacolo dal titolo "L'ALTRA OPERA, GIUSEPPE VERDI AGRICOLTORE". La visione del Giuseppe Verdi proprietario terriero, agricoltore, innovatore e testimone delle sorti dell'Unita d'Italia, legata anche allo sviluppo dell'agricoltura.
WEB: Intervista a TG3 Linea Notte [YouTube video] ● Souvenir Srebrenica [YouTube video] ● La Transumanza della pace [YouTube video] ● Il poema dei Monti naviganti--Intervista [YouTube video]
GIANNI RIGONI STERN - Dall'altopiano di Asiago a quello di Srebrenica con mucche e aratri
Rigoni Stern: la "mia" Bosnia
Mosso dalla volontà di porre rimedio in modo concreto ai gravi danni bellici in Bosnia Erzegovina, Gianni Rigoni Stern decide di trasferire tutta un'esperienza e una sapienza maturata in anni di lavoro, dall'altopiano di Asiago dove vive da sempre fino a quello di Suceska, a pochi chilometri da Srebrenica, città che fu teatro di uno dei più deplorevoli massacri delle guerre balcaniche. Insieme a quarantotto tra manze e manzette da donare agli allevatori della zona. Quello che vedremo al "Ritorno dal Bosco" sarà un vero e proprio road movie montanaro dai toni quasi fiabeschi sullo sfondo del difficile futuro agricolo di una comunità, come quella bosniaca, ancora in grande difficoltà a quindici anni dalla fine della guerra.
WEB: Articolo Corriere della Sera ● Video-La transumanza della pace [YouTube video] ● Video 2- La transumanza della pace [YouTube video] ● Articolo Famiglia Cristiana
FRANCO NICOLINI - Il concatenamento delle vette alpine
“Libero e Veloce”. Da sempre, è stato questo il mio modo d’interpretare l’alpinismo e i concatenamenti, da “Via Dolomieu” a “Linea 4000”.
La velocità mi ha permesso di ridurre i tempi di permanenza nelle zone pericolose, aumentando cosi la mia sicurezza, ma soprattutto mi ha consentito di concatenare più cime nella stessa giornata, facendomi percepire una dimensione diversa dello spazio, dove le montagne appaiono più vicine e accessibili.
La velocità è stata la condizione attraverso la quale ho raggiunto in montagna uno stato di piena libertà. La libertà dagli schemi tradizionali dell’alpinismo. La libertà di muovermi leggero, con un’attrezzatura minima anche alle alte quote. La Libertà di arrampicare “legato” alla parete solo con le mani e i piedi.
La velocità mi ha permesso di ridurre i tempi di permanenza nelle zone pericolose, aumentando cosi la mia sicurezza, ma soprattutto mi ha consentito di concatenare più cime nella stessa giornata, facendomi percepire una dimensione diversa dello spazio, dove le montagne appaiono più vicine e accessibili.
La velocità è stata la condizione attraverso la quale ho raggiunto in montagna uno stato di piena libertà. La libertà dagli schemi tradizionali dell’alpinismo. La libertà di muovermi leggero, con un’attrezzatura minima anche alle alte quote. La Libertà di arrampicare “legato” alla parete solo con le mani e i piedi.
TARCISIO BELLÒ - Francesco Caldogno, Provveditore ai Confini per la Serenissima dal 1608 al 1638, raccontato da un grande Alpinista.
Tarcisio Bellò - pratica la montagna con amore bruciante, dalla semplice escursione su agevole sentiero alla verticalità della roccia di 6° grado. Socio ventennale del C.A.I. di Marostica, ha profonda e variegata conoscenza della montagna, predilige l'inverno, le cascate di ghiaccio, le pareti nord le vie di misto e le grandi ascensioni. Ha scalato due ottomila e conta una decina di spedizioni alpinistiche, spesso come capo spedizione, aprendo delle vie nuove su cime di seimila metri, diverse inviolate alcune estreme e in solitaria.Ma al Ritorno dal Bosco lo avremo non in versione alpinistica, ma come scrittore e profondo studioso, "di Francesco Caldogno".
Tarcisio parlerà di percorsi millenari, in cui passarono pellegrini, eserciti , mercanti, e per una volta la storia diventerà primaria rispetto a natura e paesaggio, questo ci permetterà di capire meglio le nostre radici.
WEB: Camminando con Tarcisio [YouTube video] ● Alle Falde del Kilimangiaro con Margherita Hack [YouTube video] ● Camminando con Tarcisio [YouTube video] ● Camminando con Tarcisio [YouTube video] ● Intervista [YouTube video]
TRE SCRITTORI, UN INCONTRO - Fermino Brazzale, Maurizio Boschiero e Gino Sartori...
Il tempo si serve delle parole per far parlare di sé. Sceglie un uomo, chiede di dargli corpo attraverso i suoi ricordi, le testimonianze di chi l'ha incontrato, l'amore per la ricerca e la riflessione. Il tempo sceglie un uomo semplice, Ferminio Brazzale, affinché, leggendo i suoi racconti rievocativi di un primo novecento lontano, noi tutti possiamo dire: io c'ero. Potere della scrittura, potere dell'immaginazione che ci conducono in un'epoca in cui ancora, di fatto, non eravamo.
Ma il tempo scorre anche fra le pagine della memoria, è ansioso di dire, vuole mostrarsi nel suo incedere inarrestabile, ha bisogno di un altro uomo: Maurizio Boschiero. Si appropria delle sue emozioni più intime legate alla gioventù per ricordarci com'eravamo e, magari, tentare di spiegare perché eravamo in quel modo, negli anni '60 e '70 del secolo scorso.
Non basta. Il tempo si fa presente attraverso un terzo uomo, Gino Sartori, con cui osa fiducioso colorare di speranza il futuro della valle che lo ha visto nascere e crescere. Questa si tinge di aneddoti in stile "filò del nuovo millennio", ma porta con sé il passato, senza il quale nessun futuro può aver luogo.
Al Ritorno dal Bosco, una vecchia contrada di paese, " Checa", diventa terra d'incontro dei tre uomini custodi del tempo, e il vòlto di una casa antica è cornice di amicizia fra parole scritte.
Paola Toldo
WEB: Presentazione Gino Sartori [YouTube video] ● Presentazione Maurizio Boschiero [YouTube video] ● Presentazione Fermino Brazzale [YouTube video] ● Intervista a Gino Sartori
LEGGERE, SCRIVERE E FAR DI CONTO... - Mostra sulla storia delle «elementari» italiane dall’Unità ai primi anni del secondo dopoguerra di Egidio Guidolin
C’era una volta…. un antiquario curioso, alla continua ricerca delle cose antiche, ma anche affascinato da quelle vecchie, quelle che non si usano più, spesso dimenticate o accantonate in soffitta o nella cantina.
Nasce così la mostra sulla storia delle elementari italiane dall'Unità ai primi anni del secondo dopoguerra, grazie alla bellissima collezione privata accumulata in trent’anni dall’antiquario bassanese Egidio Guidolin.
Un secolo della nostra vita sui banchi ricostruito attraverso materiali didattici rari o addirittura unici e ormai introvabili. Una esposizione che offre uno straordinario e variopinto mondo fatto di abecedari, cannucce, pennini, sussidiari, banchi, lavagne, calamai, inchiostri e molto altro ancora che rappresentano una eccezionale e rara esperienza visiva ed emozionale per il pubblico di ogni età. Ogni singolo oggetto esposto infatti si trasforma in una speciale occasione.
Gli adulti possono tornare con la memoria a uno spensierato e gioioso vissuto, magari lontano ma sempre nel cuore. I più piccini possono scoprire un mondo sconosciuto e affascinante, di cui magari hanno solo sentito i racconti dei nonni.
«Abitavo in una borgata di campagna, distante dal centro del paese e dalla scuola elementare un paio di chilometri. Quando si partiva al mattino, a piedi naturalmente, sia con il bello sia con il brutto tempo, eravamo una bella squadretta e mano a mano che ci si avvicinava alla scuola il gruppo s’ingrossava con l’arrivo dei bambini delle altre borgate.
All’andata non ci si distraeva molto perchè bisognava arrivare puntuali al suono della campanella. La scuola era un edificio degli anni ’30. L’ora della ricreazione era la più attesa, la merenda povera, ma era più importante fare capannello e confrontarsi con le figurine per gli scambi.
Al termine delle lezioni, appena poco dopo il cancello, sul marciapiede sterrato c’era il cerchio disegnato per terra, dove si giocavano delle partite a biglie di vetro colorate, uno dei miei giochi preferiti.
Il ritorno a casa serbava sempre novità e sorprese, e una delle cose che amavamo di più erano le “battaglie” a sassi tra contrade diverse, con le cartelle usate come scudi. Si davano e si prendevano, ma mai nessuno si lamentava, anzi.
La strada che si percorreva era costeggiata da due belle siepi che nascondevano molti nidi d’uccelli, che noi non mancavamo di cercare… Eravamo davvero felici. Forse è per recuperare quei giorni che da tanto tempo raccolgo questi oggetti, questi ricordi, questi pezzetti di felicità».
Egidio Guidolin
IL DILETTO DELLA DANZA - Tirimballo, Voltarotonda e altre strane danze...
Quando ci incontriamo è bello salutarci e sorriderci, perché sappiamo che il tempo che stiamo per trascorrere insieme non sarà un peso.Ballare e imparare nuove danze ci fa sentire più leggeri dopo una giornata di lavoro, ci libera la mente da tutte le tensioni accumulate e anche la stanchezza fisica si scioglie in una stretta di mano.
Ma non ci limitiamo solo a ballare, no!
Il nostro è anche un gruppo enogastronomico e, come dice il Capo, soprattutto anarchico! Istintivo, diciamo noi, un gruppo che sa far stare bene anche chi viene a trovarci per una volta … e i più rimangono!
Dal gennaio del 2002 il gruppo è diventato l’ associazione “IL DILETTO DELLA DANZA”, che comprende IL TIRINBALLO (danze etniche) e LA VOLTATONDA (danza antica).
ARCHEIDOS - Archeidos coop, laboratori didattici per bambini
Su e giù per gli Altipiani. Dai cacciatori paleolitici ai pastori transumanti, il millenario passaggio di uomini e animali attraverso le valli che collegano la pianura alla montagna. Tracce di questi antichi passaggi sono le suggestive pitture rupestri di 13 mila anni fa realizzate nei ripari sottoroccia dai cacciatori preistorici e le affascinanti incisioni rupestri visibili sul fondo della val d'assa, che raccontano una storia di comunita' che per migliaia di anni hanno utilizzato le risorse montane, la selvaggina, il bosco, il pascolo...
Archeidos coop propone laboratori didattici per bambini alla scoperta delle pitture rupestri paleolitiche e delle incisioni rupestri della val d'assa.
ASSOCIAZIONE "INSIEME PER SARAJEVO"
La motivazione che sta alla base dell'impegno dell'Associazione "Insieme per Sarajevo" è la conoscenza della tragedia che si è consumata in Bosnia dal 1992 al 1995. Già dal 1995 alcune famiglie di Vicenza avevano ospitato dei bambini di Sarajevo o avevano avuto contatti diretti con la realtà della guerra. Da questa esperienza diretta è maturata la consapevolezza che era urgente svolgere un'azione concreta di supporto ed aiuto ai minori orfani e profughi di guerra.E' nata così nel 1996 l'Associazione "Insieme per Sarajevo" col duplice scopo di fornire un aiuto concreto e duraturo ai bambini ed alle famiglie toccate direttamente dalla guerra e altresì di promuovere una sempre più necessaria cultura di pace e di rispetto delle minoranze e del diverso nella comunità vicentina.
Nata dall'impegno di poche persone, oggi l'associazione si estende in diversi comuni della provincia di Vicenza ed ha numerosi rapporti sia con le istituzioni locali che con quelle Bosniache.
La solidarietà ed il forte rapporto di amicizia che si è sviluppato tra le famiglie di Vicenza e di Sarajevo è il risultato più tangibile del nostro impegno.